Nato a Salerno il 16 Dicembre 1922, è deceduto nella sua casa fiorentina il 30 Maggio 2006. Aveva, quindi, 84 anni. Sempre vigile e lucido, ha vissuto l'avvicinarsi della propria morte con grande signorilità e francescana serenità, come, d'altronde, aveva vissuto la non breve stagione della malattia, che ne aveva limitato i movimenti. Nei giorni precedenti, con il cappuccino, assistente del Terz'Ordine Francescano, aveva compiuto la confessione generale ed aveva riaffermata la propria scelta di vita francescana.
D'Addario, infatti, fu un vero autentico "frate" francescano, non importa se iscritto al Terz' Ordine del Convento dei cappuccini di Montughi. Nel Colle di Montughi trovò il luogo e le persone che ispirarono la sua spiritualità e ne caratterizzarono la spiccata personalità. Aveva 15 anni quando s'incontrò a Montughi con S. Francesco: "Nell'Ottobre-Novembre 1937 cominciai a salire quel colle". E fu un "salire" che non ebbe pause. Si incontrò con un gruppo giovanile, sorto appena due anni prima, suscitato da un "fratino", che lui definì "piccolo piccolo", ma che segnò profondamente la sua vita. D'Addario "francescano" nacque e crebbe su quel "Colle" e vicino a quel fratino: Padre Michelangelo Bellini da Montale (1904-1978).
Rimase affascinato dall'ideale francescano e non se ne staccò mai più. A 19 anni chiese di essere accolto nel Terz'Ordine (14-12-1940). Accettata la domanda (14-1-1941), il 19 Gennaio 1941 fu rivestito dell'abito del Terz'Ordine ed iniziò l'anno del noviziato. L'anno seguente, e precisamente il 15 Febbraio 1942, emise la professione religiosa di Terziario e scelse il nome di "Fra Antonio".
La sua entrata ufficiale nel Terz'ordine di Montughi segnerà per la congregazione terziaria un evento di grande rilievo. A D'Addario sono affidati compiti sempre più delicati e importanti. Nel "verbale" della riunione del 17 Febbraio 1941, ancora "novizio" terziario, è presentato "come giovane, almeno per ora, pieno di intelligenti iniziative e saturo di vero spirito francescano".
Emessa la professione, la sua posizione nel gruppo giovanile francescano assunse rilievi di crescente responsabilità.
Nel Gennaio 1942 è "delegato" del gruppo giovanile; nel Settembre seguente diventa il "verbalista" delle varie riunioni e sottoscrive gli atti.
Abbiamo avuto nelle mani i vari "registri" dell'"Associazione giovanile francescana" di Montughi ed abbiamo notato con quale precisione, attenzione e completezza, il redattore (D'Addario) abbia steso i "verbali" dei vari incontri e riunioni. Si nota la regolarità, la serenità, la completezza, la lucidità dell'estensore. Studioso di storia, allenato alla critica storica, formato ad impeccabili norme metodologiche, i suoi resoconti si leggono con vero gusto, anche se, calligraficamente, un po' faticosi, data la scrittura minuta e ristretta. L'ufficio di "Archivista e cronista" del movimento francescano di Montughi, a lui affidato il 7 Dicembre 1943, non poteva trovare un responsabile più preciso e diligente.
La firma di "Arnaldo D'Addario" è disseminata, con regolare scadenza, nei vari registri, ora come "segretario", ora come "maestro dei novizi", ora come "Delegato dei cordigeri", addetto alla "stampa", al "teatro", come "vice-ministro" ed infine come "Ministro".
Non abbiamo trovato una "riunione", qualsiasi sia stato l'orario, in cui mancasse la presenza di D'Addario. Fu fedelissimo ai suoi impegni di "terziario", in cui, in qualche modo, si esprimeva la sua vocazione francescana.
"Montughi" divenne la sua seconda casa; oltre a p. Michelangelo, ebbe la stima e la piena fiducia di p. Luigi Quadrelli da Pietrasanta (1896-1974), indimenticabile Direttore del Terz'Ordine, di cui D'Addario ha lasciato un arguto ritratto storico; ricevè la stima di p. Giovanni Bucci da Baggio (1892-1952), Ministro Provinciale e grande oratore, di cui scrisse l'elogio funebre ("II Mattino"); fu amico, per affinità culturale storica, di p. Basilio Tosi da Baggio (1914-1978), Guardiano e poi Ministro Provinciale. Il nome di D'Addario divenne familiare tra i frati di Montughi.
Nel Marzo 1946 fu uno dei fondatori di un nuovo giornale: “IL COLLE. Foglio della Gioventù Francescana di Montughi". Così si legge nell'intestazione! Nel numero di Dicembre 1947 abbiamo ritrovato un intervento di D'Addario.
Scrive sulla vita di Montughi. Ne fa un ritratto, che diventa vero autoritratto di un giovane venticinquenne conquistato dall'ideale francescano: "Vivo a Montughi da quasi dieci anni (1937-1947) e, in un modo o dell'altro, ho frequentato la chiesa, il teatrino, il cenacolo, ho preso parte a tutto ciò che si è fatto e si è detto, e non mi sono mai stancato….. ". Ciò che a Montughi è "vivo" non sono le molte e varie iniziative organizzative esterne, ma "è la vita soprannaturale che circola in noi e che senti come legame tenace ". Non nasconde le diversità che ci sono nel gruppo, ma, dove tutti "decisamente" convengono, "è la sensibilità verso ciò che è spirito ". Montughi, per il giovane "D'Addario", è diventato un luogo singolare. Scrive: "Qui non c'è nulla di particolare, dal lato umano, eppure quanti incontro, e sono sinceri, parlano di Montughi come un luogo dove hanno trovato e trovano del buono". E confessa: "Nei tanti ambienti che frequento non ho trovato mai ciò che Montughi mi ha dato".
E al movimento francescano consacrerà, ora, la sua vita: nel 1942 è vice-segretario del Consiglio (Discretorio); il 17 Gennaio 1943 ne è eletto segretario; il 15 Giugno 1946 è eletto consigliere nel discretorio del Terz'Ordine; il 12 Settembre 1947 è nominato "maestro dei novizi". L'8 Febbraio 1948 supplisce, come vice-ministro, l'amico e confratello Salvino Salvini, entrato in convento. Il 18 Settembre 1949 è confermato in quell'ufficio e lavorerà a fianco del Dott. Proc. Francesco Padoin (+ 1978), eletto Ministro del Terz'Ordine di Montughi. A lui succederà nell'ufficio medesimo il 2 Ottobre 1955.
La sua presenza e la sua posizione all'interno della Congregazione del Terz'Ordine Francescano si intrecciano, contemporaneamente, con quelle esercitate nel movimento giovanile locale. D'Addario ne fu, negli anni 1942-1957, la figura più eminente. In quegli anni maturarono, inoltre, eventi che definiranno concretamente i lineamenti di quella che sarà la "GIOVENTÙ" Francescana d'Italia". Nell'incontro, tenuto a Roma il 28 Aprile 1948, in cui nacque la "Federazione Nazionale delle associazioni Francescane con proprio atto costitutivo...", D'Addario fu membro di una Commissione Nazionale per lo studio della giuridicità della stessa Federazione. Nel convegno, poi, dei vari gruppi giovanili francescani d'Italia, tenuto a Roma (22-24 Aprile 1949), D'Addario fu nominato "Delegato" della "Federazione". Nella prima Assemblea elettiva, tenuta a Borgo S. Lorenzo (31 Maggio-2 Giugno 1952), fu eletto ufficialmente "Delegato" dell'Associazione Gioventù Francescana d'Italia. Nasceva la GIFRA.
D'Addario veniva confermato nell'ufficio nella seconda Assemblea elettiva, tenuta ad Assisi (30 Luglio-2 Agosto 1955). Le ripetute scelte del giovane terziario fiorentino da parte della gioventù francescana italiana testimoniano la stima che egli seppe cattivarsi e per il suo profondo spirito francescano, come anche per la forza della sua oratoria, espressiva d'elevata vita spirituale, con la quale sapeva investire, come un torrente, i suoi uditori. D'Addario, infatti, era un parlatore inarrestabile, formidabile, straripante. Non era neppure facile seguirlo in quel suo dire, che, nonostante il suo irrompere, non tradiva la purezza e la freschezza del messaggio trasmesso.
A Montughi, intanto, nuovi eventi avevano arricchito la giovane storia del movimento francescano, specialmente con la costruzione della nuova casa della "Gioventù Francescana", inaugurata il 18 Novembre 1951. In quell'occasione D'Addario tenne una conferenza in cui tracciò le linee storiche dei primi 15 anni del movimento giovanile francescano di Montughi. Di quegli anni era stato uno dei protagonisti, sempre fedele e convinto. La sua testimonianza, riletta oggi, trasmette ancora la freschezza giovanile di una scelta vocazionale accolta e amata. Egli, infatti, non fu uno dei tanti terziari, ma il "Terziario" fedele, nobilmente attivo e partecipe.
"Montughi" non si dissociò mai dalla sua vita. Anche quando l'attività professionale, la vita di professore universitario, di ricercatore storico, di archivista e soprattutto le esigenze della vita familiare sembravano averlo allontanato, l'esperienza francescana vissuta rimase in lui intatta, viva e operante. Custodì gelosamente il suo abito "grande" di terziario francescano. All'assistente del Terz'Ordine Francescano, nell'ultima visita, dopo una rinnovata confessione generale, rivelò il suo desiderio di essere sepolto rivestito di quell'abito, indossato, come scelta francescana di vita, 65 anni prima (1941). Ha ripetuto il gesto di uno dei primi Terziari di Montughi, il celebre studioso fiorentino Augusto Conti (1822-1905), sepolto con l'abito del Terziario francescano nel cimitero delle Porte Sante.
Il futuro storico del movimento francescano di Montughi non potrà non riservare al Terziario Arnaldo D'Addario (in religione "Fra Antonio") un capitolo speciale, e dovrà fare molta attenzione al suo stile di vita e alla delicatezza del suo esprimersi.
Come abbiamo sottolineato, D'Addario ha scritto molto, ha lasciato "Registri", "Cartelle", in cui sono raccolti, ben numerati e distribuiti, i "verbali" delle varie adunanze e del "movimento giovanile francescano", e della "Congregazione del Terz'Ordine di Montughi".
La stesura, attenta e meticolosa, rivela anche lo stile dell' "archivista" discreto, attento, sereno, che sa dare ai contenuti delle discussioni avvenute una collocazione espositiva chiara, sintetica ed insieme pacificante. E' facile cogliere lo stile del "professore" guidato e sorretto "dalla pienezza interiore di un'anima francescana". Non esprime giudizi, ma riferisce con candore; trasmette con serena fedeltà, senza alterazioni o personali accomodamenti.
La sua morte, nobile e serena, ispirata più al "transito" del Serafico Padre S. Francesco che al distacco umanamente doloroso della vita, resta un evento, che ha riacceso la memoria e ha riconsegnato ai confratelli francescani, viva, la sua indimenticabile figura di "Terziario" e la sua alta testimonianza di fedeltà all'ideale di vita, scelto e professato, appena ventenne, nel lontano 1942. Riposa nel cimitero della “Misericordia” di Soffiano (Firenze).
Fra Giacomo Carlini